Una volta un amico mi ha detto -prova a contare la vita in giorni invece che in anni, vedrai come cambia la prospettiva -. Aveva ragione, tutto si accorcia e si rimpicciolisce. Il giorno è una dimensione minima e quasi misurabile in respiri. Gli anni al confronto sono un tempo metafisico, anche se pure loro adesso mi passano alla velocità della luce. Così questo disco doveva chiamarsi 18000 giorni perché quella era l’età che avevo quando ho cominciato a pensarci. Poi i giorni sono diventai 19000 e più, il materiale non era pronto e ho rinunciato a quel titolo.
Si chiama “Vitamia”, tutto attaccato per un po’ di ragioni fra le quali il fatto che non c’è nessuna pretesa riassuntiva, nessun bilancio in corso d’opera.Ci sono degli appunti sul passato, sul presente e perfino una sommessa e laica invocazione per il futuro, quella sì intitolata “18000 giorni” e dedicata a Erri De Luca per fraterna amicizia e perché lui insieme ad altri ha provato a un certo punto a immaginare un futuro diverso.
La gestazione quindi è stata lunga e questo non è naturalmente garanzia di buona riuscita, però ha permesso una specie di sedimentazione consapevole e soprattutto condivisa.
Perché se è vero che un disco è sempre un’avventura collettiva non necessariamente diventa qualcosa di condiviso. In questo caso invece sia nel lavoro di pre-produzione con Paola Farinetti e Claudio Dadone, sia poi nelle prove e durante la registrazione, ogni singolo musicista ha dato un apporto creativo importante e molto superiore al semplice suonare.
Sette delle undici canzoni di Vitamia sono state scritte per lo spettacolo teatrale “18000 giorni – il pitone” nel quale Giuseppe Battiston e io stesso abbiamo portato in scena un monologo di Andrea Bajani sul tema del lavoro. Anche a loro, Giuseppe e Andrea, così come al regista Alfonso Santagata questo disco è in qualche misura debitore. Al libro di Bajani “Cordiali saluti” è poi ispirata l’omonima canzone presente nel CD.
Sono passati 5 anni dall’ultimo mio disco di inediti “Da questa parte del mare”, un tempo lungo mi dicono quelli che si intendono di scadenze. Io rimango persuaso che un disco si fa quando si pensa di avere qualcosa da raccontare, soprattutto a se stessi. In questi anni complicati mi è stato difficile anche scrivere sommerso com’ero da un’unica assordante domanda: PERCHE’?
Gianmaria Testa
10 Ottobre 2011
CD / Vinile
Brano | Titolo | Durata | |
---|---|---|---|
1 | Nuovo | Brano e testo | 03.18 |
2 | Lasciami Andare | Brano e testo | 3:46 |
3 | Lele | Brano e testo |
5:08 |
4 | Dimestichezza d'amor | Brano e testo | 3:29 |
5 | Cordiali saluti | Brano e testo | 3:24 |
6 | Vitamia | Brano e testo | 4:35 |
7 | Aquadub | Brano e testo | 1:14 |
8 | Sottosopra | Brano e testo | 3:49 |
9 | 20000 leghe | Brano e testo | 5:39 |
10 | Di niente | Brano e testo | 4:20 |
11 | La giostra | Brano e testo | 2:49 |
Produzione: Paola Farinetti per Produzioni Fuorivia
Pre-produzione artsitica: Gianmaria Testa,
Claudio Dadone, Paola Farinetti
Arrangiamenti Cordiali saluti e Sottosopra:
Claudio Dadone
Trio d’Archi in Lele scritto da: Roberto Cipelli,
tranne il finale per violoncello solo: Mario Brunello
Giancarlo Bianchetti suona una chitarra classica
del liutaio Gabriele Ballabio
In Nuovo Gianmaria Testa suona una chitarra
del liutaio Paolo Maria Canetta
Registrato alla Fonoprint, Bologna (Italia) da Roberto Barillari assistente e fonico aggiunto: Enrico Capalbo – maggio 2011
Mixato alla Fonoprint, Bologna (Italia) da Roberto Barillari assistente Enrico Capalbo
Mastering: Maurizio Biancani – Fonoprint Bologna
assistente Roberto Bartilucci – giugno 2011
Progetto grafico: Danilo Manassero
Copertina: elaborazione grafica di Danilo Manassero da una foto di Marcello Piu
Foto interne: Danilo Manassero, Marco Caselli Nirmal, Nadia Cadeddu, Paola Farinetti
Impaginazione prestampa: Matteo Ternavasio
Edizioni: Produzioni Fuorivia tranne Lele Edizioni: Quai n. 3
Production – Management:
Produzioni Fuorivia – Alba – Italia
www.produzionifuorivia.it – info@produzionifuorivia.it